Parlare di Gabriella Musetti è per me parlare di un’amica di cui apprezzo, senza alcuna volontà di facili elogi, il lavoro che da molti anni porta avanti con Residenze Estive. Piccolissimo festival a Duino, le Residenze sono un laboratorio diffuso non tanto nello spazio quanto nell’arco di alcuni giorni densi di incontri attorno a un unico tavolo. Nessun desiderio di presentare autori ma una netta volontà di discutere con gli autori sui loro libri, sempre estremamente particolari e scelti con attentissimo occhio alla qualità e all’oggetto del dibattito che ne può scaturire. Una scelta di dimensioni ridotte in orizzontale a cui però fa seguito una vertigine verticale profondissima.
Quando ho ricevuto a casa il suo ultimo libello, Le sorelle, edito da La vita Felice Edizioni nel 2013 e preziosamente arricchito da un inserto d’arte di Donatella Franchi, ho ritrovato la stessa vertigine verticale di Residenze Estive. Perchè Le sorelle non dice nulla di sconcertante, non dà il classico pugno nello stomaco così amato da tanta parte di poesia contemporanea (non di rado femminile). Eppure in questo mare piano di versi c’è una profondità inaudita che non posso non sintetizzare con un concetto che è la metafora dell’autrice: la donna.
Perchè le sorelle di Gabriella Musetti sono l’essenza stessa della donna che non è mai sola, ma accompagnata e vicina ad altre donne, dette sorelle, dette madri, dette figlie. Vicinanze e lontananze che delineano la caratteristica principale e portante della donna: unione e separazione. Non a caso le due sezioni che compongono il libro (Allegoria della dissipazione e Le sorelle) portano senza mezzi termini all’attenzione queste due realtà femminili. Allegoria della dissipazione può essere definita la sezione (il poemetto?) della separazione: Eppure intorno hai gente / che ti ama / ti trattiene / voci e anche reticenze / a danno di uno sguardo / cupo di separazione. Mentre Le sorelle in maniera più serena e distesa disegnano l’unione, l’incontro, delle sorelle inteso come incontro della donna con se stessa, con la società che una donna da sola è e che ritrova nella società che si crea attorno (nell’artificio delle sorelle che pure è realtà in queste pagine, ma significa anche altro): Un giorno netto / come una donna pia La vita poi / s’intrufola a riportare i fatti / al corso naturale / Niente stranezze / – tutto normale.
Altro elemento che in questi versi dice la donna non solo come soggetto narrante o come oggetto del pensiero poetico, è anche le forma della poesia stessa. Priva di punteggiatura ma ricca di parentesi, di trattini di divisione, a indicare la natura fluente e al contempo contraddittoria, antitetica a se stessa, della donna. Una donna priva di pause, di punti di fermo, ma ricca di divisioni e di parentesi che hanno in sé altro significante. Una donna in bilico tra opposti che si armonizzano, si contrastano, si dividono e si uniscono come le sorelle. Una complessità tutta, che nella forma dice la maestria poetica di Gabriella Musetti (se ancora ce ne fosse bisogno dopo i suoi precedenti editi).
Una forma che ci dice un ultimo elemento della donna, della sorella di se stessa, della società delle donne/sorelle. Le due succitate sezioni hanno una diversità emblematica che pare quasi dire il modus vivendi della donna in relazione a queste sue due caratteristiche. Allegoria della dissipazione è infatti un insieme di flash chiaroscurali dove dal buio emergono testi come da un discorso anteriore, di cui si vedono brevi e concisi barlumi tra riflessione e cupezza (non a caso la poesia di Gabriella Musetti è a pieno titolo definita poesia di pensiero). E questa è la divisione. L’unione invece, l’incontro, si delinea con una versificazione più quieta, più descrittiva, quasi narrante. A dire che l’incontro per una donna è storia, è intreccio, è un racconto che lei stessa ha dentro. E una bellezza anche: Le sorelle affiancate sono belle
Il tutto reso essenziale e semplice nel concetto appunto di sorelle. Di donne/sorelle. O come dice la stessa Gabriella in uno degli inserti prosastici contenuti nel libro: Rapporto che unisce e distanzia, qualità dell’esserci in perfetta armonia assoluta come unica forma del sentire. E diversa, lontana, nemica. Frammenti di irritazione che scivolano nell’indeterminata malinconia di un sentimento inappagato, urgente. Qualcosa che spinge su dal profondo, riconoscibile e taciuto. Legame intrinseco, anche quando diviene estraneo, quando fa male.
da Allegoria della dissipazione
Per Francesca
per le cose dette
e quelle non dette
Scrivo per te queste parole
ritratta / assente
da una foto
nell’angolo della stanza
ingombra di giochi lasciati
da una lontananza separata
Ti muovi rapida e notturna
dai vuoti giri
di una solitudine affocata
non credi nello strazio
la giornata lacerata
Tieni in mano un capo
di questo filo senza bandolo
lo sguardo duro di una sofferenza
mai apertamente sfogata
Eppure intorno hai gente
che ti ama
ti trattiene
voci e anche reticenze
a danno di uno sguardo
cupo di separazione
Dalle luci alterne e soffocate
dimmi – che cosa cerchi –
di quali incanti ti circondi
come avanzi del segno di ieri Cosa
trovi di ciò che cerchi
o solo l’attimo sperduto
separa ogni istante
da un niente a un altro niente?
Certo che è difficile la vita
– e tu lo sai –
sui pori della pelle
nella tua giovane età
resta attaccata
la frenesia del mondo
ma rotta ormai / e separata /
Di solito rimane
punitore di se stesso
chi una colpa conserva
raschiata dal passato Colpa
è mancanza / assenza /
separazione
Ciò che è stato
è stato
il tuo presente non sberciarlo
istante per istante
senza volere / o riuscire /
a rompere la corazza
dell’attimo urgente
da Le sorelle
Compleanno
Ventott’anni Michela
sono una carezza sul viso
uno sguardo radioso un fremito
acceso appena sulla pelle
Tra lontani occhi parlanti e silenzi
nelle vicinanze
le bugie corrono con le gambe corte
inciampano – dietro l’angolo angusto Libera
la mente e il sorriso:
dal selciato
malsicuro al passo
qualche violetta occhieggia impertinente
la corolla appena schiusa
(aprile 2006)
Le sorelle
Le sorelle affiancate sono belle
quando camminano per Novara
lambisce il sole radente i capelli mossi
al vento rimbalza nell’aria
la giovinezza
– dagli occhi accesi –
azzurri / ogni colore ambisce
quella luce
intensamente scisso dall’iride continua
e il sorriso mostra appena
i bianchi denti che s’affacciano a godere
da luce a luce Due
giovani ragazze
che camminano su un tratto di strada
acciottolato
tra case di mattoni rossi
la piazza della chiesa – i colonnati –
i viali di ippocastani
fino ai baluardi ombrosi
dietro il castello
antico / diroccato È questa
la provincia industriosa
ricca di terre e di lavoro Imparano
la vita le sorelle
ambigua / faticosa
e quel contrasto col dolore avuto
come partenza amara / disuguale /
rimane un bozzolo incistato
al centro della tela
– là dove amore cerca / amore chiama –
nel centro cavo
a necessario compimento
Quel vestito verde ti rassicura
tra tanti che ridono alla festa
è festa grande
– sull’aia
il sole picchia ma non resta
che un breve fremito negli occhi
Sei sola – non sei sola?
Sei cercata a destra e manca
tra i brindisi vocianti
tanta allegria È un giorno speciale
unico Da ricordare
Un giorno netto
come una donna pia La vita poi
s’intrufola a riportare i fatti
al corso naturale
Niente stranezze
– tutto normale
(11 giugno 2010)
2 pensieri su “Le sorelle – Gabriella Musetti”