Hai lasciato un segno


 
 
Hai lasciato un segno
sul mio collo il segno
della tua partenza ieri sera
sulla pelle hai stretto le labbra
e al ricordo hai dato forma di ferita
 
Federico Rossignoli
 
 
 
 
La vita è un tempo che ridonda
sempre pari nel suo vuoto. Così tu
dolce apparsa in una pioggia
d’una sera inattendendo. Perché il
vuoto non pesa più del pieno
quando togli le scarpe e già sappiamo
che significa l’amore.
 
Alessandro Canzian
 
 
 
 
Non so come chiamarlo questo bene
che ti voglio quando mi sveglio
e vicino le coperte respirano calde.
 
Non so come chiamarlo questo bene
quando guardo il soffitto, tu il mio petto
e parliamo di ciò che saremo.
 
Questo bene non ha nome, oppure il nostro.
 
Roberto Cescon
 
 
 
 
Ti amo a matita, sopra un foglio bianco.
Ti amo in bella copia.
Ti amo senza usare il dizionario,
senza letteratura. Cinque aggettivi bastano.
Immenso come il mare.
Nudo come una mano.
Quotidiano
come il pane. Semplice. Chiaro.
Ti amo in un leggibile corsivo
come nei temi della terza elementare.
Ti amo al più con qualche rima baciata
che pare accidentale (e forse m’è scappata).
Ti amo prima e dopo l’universo,
oltre le schiere in rotta delle parole
in volo sul silenzio del tuo corpo.
 
Guido Cupani
 
 
 
 
un passo, una strofa repentina
da un tempo ormai risposto
la nostalgia si sbraccia d’improvviso
ampia aspra di cristalli
 
stanotte non sorrido il mio sorriso
d’un “posso ancora farcela”,
appoggio le labbra sul bicchiere
come per baciarti da lontano
 
Sandro Pecchiari
 
 
 
 
lo so – per me è facile parlare
visto che sono io il tuo sostegno
ma poi ragioni che è bello
parlare e anche non parlare
guardarci ai lati di questa
tavola
col tuo computer attivo
il mio libro in attesa
 
Gabriella Musetti
 
 
 
 
e se dell’amore dovessi dire
non lo direi con le parole
ad occhi chiusi forse lo direi
e le mani intrecciate
o forse non lo direi affatto
perché l’amore è una voce
che in silenzio il silenzio ascolta
 
Maria Milena Priviero
 
 
 
 
Il tuo musetto che ride gonfiando
un poco le guance che sembri
un uccellino, un passerotto da tenere
piano dentro la mano.
 
E tu ridi così quando io faccio il pagliaccio
per te, il tuo buffone, e mi sembra che tu
sia un pezzo di sole e io l’uomo
con il badile che spezza le croste di ghiaccio.
 
Francesco Sassetto
 
 

Versi tratti dalla
Collana Scilla
di SAMUELE EDITORE