e mi dispiaccio
di sterminare vite,
anche minuscole
Alessandro Fo
il silenzio mi attraversa come una ferita
fa’ di me ciò che vuoi
da tempo sono arresa all’invisibile
Giovanna Rosadini
nel gesto caldo
che fa il pane:
io è un abbraccio
Livia Chandra Candiani
mentre la fede –
come le rondini
che s’intrufolano sotto la cupola
spaurite dalle campane
anche così si rimuore e solamente
ma anche così il morire è sotto sotto
solo un morire
vivo così: d’attesa,
spergiurando su cosa mai può essere:
cuculo, tortora d’attesa. Oscilla il lume,
la calda mano degli altri
Alberto Toni
dammi la tua mano
attendi
devo aggiustare il mio corpo
fino a raggiungerti
Claribel Alegría
lei era la forma altissima
contro la parete
era l’incarnato bianco
la vita ha chiesto un solo miracolo osceno. E penso
al tenero catechismo del salesiano, quando
morì balbettando in un dialetto
quante volte dalla mia terra più calma
sono venuto al tuo inferno.
Mi conoscono i fedeli dei chioschi notturni
Davide Rondoni
ma noi ci sentiamo a volte perduti
in questo vincolo primario
e proviamo una strana nostalgia
di un ambiente pienamente euclideo
dicono ch’è una terra
tutta sassi
con buche grandi
come l’orto
se siamo così tanti
vuol dire che non c’è morte
perché non possiamo morire così in tanti
qui dentro fosti amato,
qui amasti e non in sogno.
Prenderanno
in custodia la stanza vuota
ma edifico con te quest’atmosfera d’ombra
un aprirsi ogni volta più cieco
mio il ritmo
tuo il vuoto
Silvia Bre
ci difende di lato un’altra quiete
come un peso marino nella iuta
piegato a lungo, con disperazione
Antonella Anedda
ci vuole un’estate piena e un padre calmo,
un dio non assiso in mezzo agli sconfitti
ma cosí in tutta bellezza lo posso immaginare
come un bambino alle prime pedalate
Pierluigi Cappello
mamma mia che bellezza concentrata e offerta!
Grazie
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