Che l’amore sia una delle cause scatenanti paradisi e guerre non solo a livello individuale ma anche per interi popoli di persone, è cosa ben risaputa. L’amore è una di quelle realtà che prima o poi tutti provano e tutti soffrono e ha inevitabilmente la caratteristica privilegiata di cambiare l’uomo. Nulla come un grande amore può trasformare una persona, nel bene o nel male, in altro da sé. Così come l’amore acceca e abbaglia chiudendo e aprendo gli occhi annichilendo, svuotando, la razionalità, e rendendo capaci di veri e propri miracoli quanto tragedie.
Ma l’amore è questo, è un oltrepassare il limite che rende anche il vigliacco un eroe. Ed è il tormento dell’eroe che si sente un vigliacco (sempre per continuare la metafora epica). E infine è un pieno che non basta mai, non si soddisfa mai. Ed è anche la capacità di fare cose impensabili quali il perdono.
Di seguito i 30 finalisti del secondo concorso lampo della Samuele Editore (dal 9 al 13 febbraio), a tema San Valentino. Qui l’antologia contenente la totalità dei testi.
La prima volta a teatro
Sembra il punto ove
le cose sfuggono,
eppure ora
questo gomito mio
che sfiora il suo
eppure ora
questa pelle che perde
confini tra lei e me
eppure ora
tutto il mondo è
contenuto qua.
Oppure ora
è tutto fuori dai nostri gomiti,
come se nulla contasse
più di questo sfioro.
Alessandro Dall’Olio
Corsi rincorsi
Come basilico nel pesto,
il fascio ipnotico di luce dei fari
o la sedia, vuota, ai margini di un tavolo
così ti accasi tra i miei pensieri
mutandoli in parole
che arginare non posso
dall’ovunque mi allontani
il non volerti amare
mi esci dalle dita,
mi ritorni in versi.
Sergio Serraiotto
Innamorati
inadeguato a difendermi
da chi diceva d’amarmi,
esamino gli innamorati
sempre gonfi di desiderio
e misericordia, aperti
come antichi sapori
innamorati senza peso
si spostano facilmente
Flavio Almerighi
Un contrattempo agli scambi
Lei: occhi neri, intensi,
un libro giallo per smarrirvi i dubbi,
da pochi giorni straniera su binari di città.
Sari, rosso acceso, solo nell’armadio.
Lui: fronte spaziosa, mani indaffarate
a sciogliere la cravatta, a slacciare il colletto,
in cerca d’una ragione per non rincasare.
Finiture di pregio, di solitudine.
Di schiena, dal tram lei guarda un’insegna.
Lui decide di scendere, svanire.
Poteva accadere un respiro di troppo, una curva
più brusca e uno sfiorarsi di spalle
– un contrattempo agli scambi, forse –
Fu invece consuetudine: ennesimo aprire,
richiudere, sbattere di porte.
Fu distrazione di sguardi e di passi,
indifferenza di vento, soltanto.
Fabrizio Bregoli
Tu cercami ancora
così come il fiume torna al mare
così tornerai a me
troverai nei miei occhi
serbata intatta la tua bellezza
mi sorriderai
e il tuo sorriso amore, lo sai,
dona la gioia delle preghiere esaudite
quando tornerai a me amore
sarà una giornata di sole
ti farò ridere
come un tempo ridevi con me
quando tarderai a tornare a me amore
e io mi sarò perso
cercami nei ricordi
nelle parole che ti dedicavo
cercami nelle belle poesie d’amore
in questa poesia
che piango e scrivo
cercami sfogliando i libri vecchi delle bancarelle
cercami nella musica del fado
cercami nell’uomo che stai amando
quando tornerai a me
e non mi troverai perché mi sarò perso
tu cercami ancora
voglio farti vedere nei miei occhi
come custodisco intatta la tua bellezza
quando tarderai a tornare
e io sarò perso
sarà una giornata di sole
tu sorridimi ancora amore
di quel tuo sorriso
che dona la gioia delle preghiere esaudite
Mohamed Malih
Altrove, la sera
Altrove, la sera
io e te
galleggiamo tra lampade e tovaglie.
Con le dita intrecciate
e le esperienze svelate
non abbiamo occhi che per noi
e di noi ridiamo.
Con i denti macchiati
di giovinezza perenne
ci scaldiamo della nostra fortuna.
Chiara Solmi
Finché ogni nostro incontro
avrà il sapore di un addio,
non dire più nulla.
Un ti amo può far male
più di un silenzio, se resta
come nuvola in balia del vento.
Baciami, allora, e taci.
Baciami, e lasciami sperare
che non sia amore.
Antonella Canuti
Fammi ritornare
costola nel tuo fianco
a riposare.
Maria Attanasio
Potrei innamorarmi.
Sarò forza e fragile assenso.
Mi chino ai tuoi bisogni,
senza cedere all’orgoglio;
dove nasce la fiamma
si spenge la rabbia.
Sei la luce che mi manca.
Potrei innamorarmi…
Eleonora Emme
Paola
Xe stà trovarse par caso o chisà, xe stà vèrzar
un buso in mezo a grumi de spini e bronse
ancora infogàe, rifarse, ris-ciàr, lassàr
le cale da ’ndar ogni giorno vardando le pière
el vodo de le sere senza man né parole,
la tristessa ingropàda ne l’ànema
come ’na sorte, un destìn inciodà dentro in gola.
E contarse a tochi, a boconi, sinquant’ani passài
ne l’ora che i bar se destùa, le ombre se slonga
e coverze i oci, le man se serca
par dir qualcossa che la vose no dise.
E po’ métar pian un matòn sora l’altro e semento
e védar che tien, che va su
e ’ndar insieme par i campi
svodài de un genaio ingelà, tra basi e barufe,
e ’ndar vanti e scampar indrìo e po’ ’ncora vanti
e ’na to magiéta nel comò a casa mia gera za el sogno
belo de ’na vita nova che ciapava fià, ’na promessa
par tuto el tempo a vegnìr, tuti i giorni che resta.
E ti ridevi alora e ridevo anca mi come ride
i putèli a ’na festa.
E desso mi e ti a caminàr su la Riva, a vardàr
la processiòn de le Grandi Navi e i foresti
che ride e ghe fa le foto, ’sta nostra cità
desfàda da la furia de i schèi
e tornàr casa par le cale sconte, le man strete
ne le man a no pèrdar i passi nel scuro,
tegnirse saldi qua che tuto bala imbriàgo
ma a volte se verze slarghi impensài
che s-ciara i oci de luse improvisa
e te dise la strada
come solo la vita sa far.
Francesco Sassetto
ho voluto
racchiuderti in un
abbraccio
per non mordermi
la
lingua
e barcollare ancora
sui denti
(ci sei, ci siamo)
Anna Rizzardi
Si spacca la nebbia interna
è la mia voce a perire
ma quello che voglio è un fiume
quello che voglio non ha bocca
è la serenità dei declivi
e la bellezza dei ciliegi in fiore
e sono i graffi sulla pelle dei sorrisi
e un amore tra le sponde
che soffochi il tempo e il sale
in equilibrio fra la morte e il sogno
Dipingi la vita per me
e non lasciarmelo capire
Angela Botta
Si j’étais
Si j’étais un grand peintre
je tâcherais de peindre ton visage
chaque jour jeune plusieurs et frais
et j’en encadrerais les traits
avec une corolle à la forme de coeur
pour t’exprimer ma joie
Si j’étais un grand écrivain,
un membre dell’ Académie
avec la décoration du Président,
j’écrirais en tous mes livres
de la premier à la dernière page
les lettres de ton nom
Mais je suis juste comme un pêcheur
qui essaie de saisir le crochet à quelque vers
et, de temps en temps,
il te parle d’amour.
Se io fossi
Se io fossi un grande pittore
cercherei di dipingere il tuo volto
ogni giorno più giovane e fresco
e ne incornicerei i tratti
con una corolla a forma di cuore
per esprimerti la mia gioia
Se io fossi un grande scrittore
un membro dell’Accademia
con l’onorificenza del Presidente
vergherei su tutti i miei libri
dalla prima all’ultima pagina
le lettere del tuo nome
Ma io sono semplicemente
come un pescatore che cerca
di pigliare all’amo qualche verso
ed ogni tanto ti parla d’amore.
Marco Maggi
Il solco
Non ho bisogno della fede
al dito: il solco ha forma del tuo corpo
disteso di fianco prima del sonno.
Ne percorro il disegno come un cieco
consueto al buonsenso del tatto.
È l’orma che ha segnato il tempo
camminando sui nostri piedi. Uguali
ai piedi dei figli. E dei loro fiori
sbocciati nel solco dai nostri semi.
Non ho bisogno di guardarti
nemmeno. Conosco a memoria
i margini: la linea curva e piena
del ventre, la tenerezza di labbra
capaci alla voce -suono di cui so
il sapore dolce del succo-
Ho attitudine alla tua pena
antica che di tanto in tanto esonda
oltre gli argini del solco, su un palmo
di mano e lo colma/allaga/feconda
e piano ne matura il frutto.
Ecco, non la temo: la aspetto
a fondovalle come fa la foce.
So che arriverai sempre mia stagione/
svolta, così come venisti allora.
La sera, quando t’ho incontrata.
Non ho bisogno di nessuna
data. Era estate. Solo questo conta.
E che avevamo vent’anni. Gli stessi
che hai ora. Quelli che avremo domani,
uguali: appena un po’ più gravi
semmai. Simili a certi pesi
ma di piume o a certi sassi di fiume
rosi, malleabili; a quelle due rughe
impercettibili ma nuove che hai.
Pari al frastuono di un capello
caduto invano sul cuscino.
Io l’ho raccolto per legarlo al dito
nel luogo segnato, come un anello
d’oro bianco. No, no: non ho bisogno
d’averti accanto per amarti.
Tu sei al fondo, nell’incavo
del solco dove ancora scavi
e t’insinui. Nell’incessante
amalgamarsi che ci è dato.
Silvia Secco
Pavoncella di fiume
Ecco il miracolo più grande: tra i tanti
miliardi di abitanti del pianeta, è solo di te
che avverto ogni minimo fruscio, sento
le parole prima che giungano alle labbra.
Le frequenze su cui ci ritroviamo sono un dono di dio.
Pavoncella di fiume la tua pelle
è un cielo dove l’aurora intinge le sue dita.
Ti sfilerò il vestitino coi disegnini di farfalle, ti guarderò
nelle mutande da bambina, ranocchia infreddolita.
Avrai ginocchia bianche, braccia magre.
Sai gallinella d’acqua? quando sarai nell’incendio
delle mani, il tuo dio sorriderà, è lui
che ci ha destinato una valigia di felicità.
Paolo Polvani
Amo i limiti che ti dai
Amo i limiti che ti dai
quando dici
non sono non ce la faccio
e io ho già toccato
gli occhi
con cui ti allontani
e sono con te
nel tuo spazio immenso;
quello che non sai.
Daniela Sannípoli
Assenza
Ho sfogliato i tuoi capelli
per scoprirti i pensieri
ho contato le tue vertebre
per conoscere il disegno del tuo corpo
le mie dita hanno percorso la tua fronte e il viso
cercando dove nasce il tuo sorriso
anche se non è mai avvenuto
per me è stato
come accade che nessuno
conosce il sonno
più di colui che ne è privo
Massimiliano Bottazzo
la sintesi del corpo
mi ricami dentro
attraverso la conta dei giorni
allestiti nei colori di mare
aspettarti nel tempo a memoria
al varcarmi porta,
come un fiore bucato dagli occhi
mentre le pieghe
sono giorni avanzati come briciole
infiammabile e cedevole
come corpo franato
fino a quando piove
Antonella Taravella Guarino
vedi questi occhi che non puoi vedere
quanto appartengono alla sera che trascina
via gli abbracci in altri abbracci e smemora
giochi di specchi sveltiscono i desideri
sulle scapole di una luna che sferza
il tramite della smorfia che sorride
scavalca il brivido che rianima il verso
di stupore e schianto è il piacere della pioggia
che bagna di verecondia il lume che riscalda
Maurizio Soldini
Ovunque tu sia
prendimi per i capelli
e fammi alzare la testa
quando comincio
ad inchinarmi
alla tristezza
E poi buttati
dentro di me
come cascata
nella radura
Carla Vettorello
Prosperità
Un conclave di stelle
celebra
l’immobile cielo.
Riflettendomi nel tuo sorriso
insegno
le note agli uccelli.
Luca Gamberini
ci sono cose che capitano.
accade di nascere comete
o solo di nascere, come di morire
cadendo in un fiume
capitano strambi incontri
dove i silenzi non sono
contemplati, accade di traversare
il deserto e il mare
può capitare di imbattersi
in un astronauta per strada
e non saperlo, può essere
che quando si aprono le mani
per sentire il vento freddo
della notte qualcuno le stringa
e si parli dell’amore.
Claudia Zironi
E se
e se dell’amore dovessi dire
non lo direi con le parole
ad occhi chiusi forse lo direi
e le mani intrecciate
o forse non lo direi affatto
perché l’amore è una voce
che in silenzio
il silenzio ascolta
Maria Milena Priviero
Buccia
Mi squami le pretese, come si fa
col pesce. Mi rendi commestibile
donna, pacata che si dona in corpo
al corpo da lei altro.
Mano perfetta, che non mi affatica
l’occhio mentre orchestra il moto
sul mio seno. Poi lingua
d’acqua che arrotonda il sasso mio
spinale, corso in cima.
Di ogni pensiero nato pesante
tu, ala coraggiosa
al pendio ci abbandoni
e così mi porti aria alle narici.
Il fiato dello stare e dell’essere.
L’umanità che caparbia ho schifato
l’imperfetto che ora in me più amo.
Il neo petulante, la linea del naso
incline alla puzza, il giro vita
che fa gli anelli di Saturno.
Sei tu il pianeta nascosto in cui
credi se io non so farlo.
La rotondità perfetta (detta di scienza)
scarica la forza e l’annulla.
Fa calma, punto zero, Terra pronta
per il germoglio. Sfera: è tutto il buono
con la sostanza e tu ne sei la polpa.
Allora lascia che io
sia nel mio essere diritta, buccia
almeno, tuo scudo. Ruvida al vento
fuori. Solo per te dentro rivolta.
Chiara Baldini
Queste piccole navi
son tutte un mare d’aspettarti,
ed ora che ci sei e non ci sei
nella mia vita
passa il capo chino
dell’indifferenza
sotto le mie finestre chiuse.
Se sapessi che un filo di te
scioglie tutti gli altri
lo legherei al mio indice sinistro
e tirerei con tutta la forza vana
delle parole
per dirti
che sì,
corrono forte i rimpianti
amore mio.
Rachele Bertelli
Pesce, pescatore, e rete
è pesce, Amore
è pescatore
è rete
è sarto
ti rammenda
se ti strazia
è il pane
che ti sfama
e mai ti sazia
l’acqua
che più ne bevi
più ne hai sete
Antonio Cosimo De Biasio
Farfalle
Voglio dipingere
farfalle bianche sull’asfalto
affinché tu le veda;
saranno le mie parole d’amore.
Sabino Muccilli
Lo spiedino
Paio indifferente
invece libero le ciocche
a cascata dagli occhi sulle bocche
ed in ginocchio lego un fiocco
ai miei prediletti luridi scarponi.
Voglio fingere, ti voglio sedurre
chi sei? Non t’ho mai visto
Le sento chiacchierare
le tue mani foderate a bordo strada
un sorriso salato. No, non t’ho mai visto
eppure ti filtro ti fumo t’arriccio
m’attrae il tuo mento dentro il bavero
vorrei avere tempo, mento bugiarda
sai, l’amore per me è tormento.
Mi rincorro affannata, mi riassesto
superba mi piaccio
distante e divorata all’ istante.
Prima che in un tocco
prima d’ogni rintocco
l’amore lo gusto, lo infilo in un sogno
lo infilzo di odori, dolori e di umori
e di nuovo lo stuzzico, che lusso
lo spiedino senza età
Francesca Teggia Droghi
Amore
Ascolto le tue parole,
barbagliano,
armonia che mi quieta
Percorro i chiostri
di Monte Cassino
nella nebbia di latte dell’alba
Il mio riflesso
nelle nuvole in corsa
traforate di raggi
Vedo la luce
fra gli alberi
dissipare le tenebre
e…
Dio
comincerò daccapo
Patrick Williamson
In mille modi diversi
Amo quella parte di te
che ha il mio sapore
e dopo avermi mangiata
in mille modi diversi
ti amerò per intero.
Anna Minicucci
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