Le poesie di Erich Fried (prendo i testi dalla rete, per cui la divisione in strofe può non essere esatta) sono disarmanti perchè semplici, primitive quanto la nudità dell’amore, efficaci come una carezza. Dicono il vero, il banale, il semplicissimo eppure non stancano mai. Come se ci fossero cose che dobbiamo sempre ricordare. Come se leggere d’amore fosse una cosa che ci fa sempre bene.
E leggere d’amore fa effettivamente sempre bene. Perchè l’amore non è semplice. Sia un amore che esiste o che è perduto. E i poeti hanno esattamente il compito di ricordarci che l’amore comunque esiste, anche quando non lo vediamo. Anche quando il mio tempo sarà trascorso. O quando non sarebbe la mia vita. O quando è qualcosa di non molto diverso.
Leggere poesie d’amore è uno dei modi migliori per sopravvivere all’amore.
Quando ti bacio
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio
io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.
Tu
Dove non c’è libertà
tu sei la libertà
dove non c’è dignità
tu sei la dignità
dove non c’è calore
e vicinanza tra esseri umani
tu sei la vicinanza e il calore
cuore del mondo insensibile
Le tue labbra e la tua lingua
sono domande e risposte
Tra le tue braccia e nel tuo grembo
c’è qualcosa che somiglia alla pace
ogni tua forzata partenza
anela il ritorno
sei l’inizio del futuro
cuore di un mondo insensibile.
Non sei un concetto di fede
nessuna filosofia
nessuna regola o proprietà
a cui aggrapparsi
e puoi sbagliare e dubitare e lasciar correre
cuore del mondo insensibile.
Chi ha nostalgia di te
quando io ho nostalgia di te?
Chi ti accarezza
quando la mia mano ti cerca?
Sono io o sono
i resti della mia gioventù?
Sono io o sono gli inizi
della mia vecchiaia?
È il mio coraggio di vivere
o la mia paura di morire?
E perchè la mia nostalgia
dovrebbe dirti qualcosa?
E che cosa ti dà la mia esperienza
che mi ha solo reso triste?
E che cosa ti danno le mie poesie
in cui dico soltanto
come è diventato difficile
essere o dare?
Eppure brilla nel giardino
il sole nel vento prima della pioggia
e profuma l’erba che muore
e il ligustro
e io ti guardo
e la mia mano tastando ti cerca.
La vita sarebbe forse più semplice
La vita sarebbe forse più semplice
se io non ti avessi mai incontrata.
Meno tristezza
ogni volta che dobbiamo separarci
meno paura
della prossima separazione
e di quella che verrà ancora.
E anche poco
di quella nostalgia impotente
che quando non ci sei
vuole l’impossibile
e subito
e fra un istante
e che poi, poichè non è possibile,
resta turbata
e respira a fatica.
La vita sarebbe forse più semplice
se io non ti avessi mai incontrata,
soltanto non sarebbe la mia vita.
Ma
La prima volta mi sono innamorato
dello splendore dei tuoi occhi,
del tuo riso, della tua gioia di vivere.
Adesso amo anche il tuo pianto
e la tua paura di vivere
e il timore di non farcela
nei tuoi occhi.
Ma contro la paura ti aiuterò,
perché la mia gioia di vivere
è ancora lo splendore dei tuoi occhi.
È assurdo
È assurdo
dice la ragione.
È quel che è
dice l’amore.
È infelicità
dice il calcolo.
Non è altro che dolore
dice la paura.
È vano
dice il giudizio.
È quel che è
dice l’amore.
È ridicolo
dice l’orgoglio.
È avventato
dice la prudenza.
È impossibile
dice l’esperienza.
È quel che è
dice l’amore.
Non so cosa sia l’amore
Non so cosa sia l’amore,
ma forse
è qualcosa come se lei ritorna a casa
da un paese straniero
e mi dice con orgoglio:
“Ho visto un topo d’acqua”
e io mi ricordo di queste parole
quando la notte mi sveglio
e il giorno dopo al lavoro
e ho nostalgia
di ascoltarla
ripetere queste parole
e poi che pronunciandole
mi appaia esattamente come quando le pronunciò
è forse questo, penso, l’amore
o qualcosa di non molto diverso.
Erotismo
Liberarsi con te
perché non ci sia mai più bisogno
di vergognarsi
E dire:
“In fondo
è tutto qui”
Possiamo finalmente fare
tu con me
io con te
tutto quel che vogliamo
anche questo
in cui vi è molto
e che mai abbiamo fatto
e mai diremo
a nessuno.
Attesa
La tua voce lontana
al telefono così vicina
e presto dalla vicinanza
la sentirò più lontana
perché dalla tua bocca
alle mie orecchie
deve percorrere la lunga strada
che passa per i tuoi seni
oltre l’ombelico
e la piccola collina
e per tutto il tuo corpo
lungo il quale ti guardi
giù giù fino alla mia testa
che ha il viso
sepolto fra le tue cosce sollevate
nel vello
e nel tuo grembo.
Mi piace Fried. Ha il merito di mettere in discussione quel che pensiamo della poesia, dopo averne letta molta. Questa non è poesia, direbbero molti. E invece lo è, eccome. Poesia a nudo, che sembra poter fare a meno anche delle parole. Ricordo un pomeriggio a Trieste, sul molo audace: lessi di seguito il primo dei “Quattro quartetti” e poi alcune poesie di Fried. No, non sappiamo proprio che cos’è la poesia. Ed è meglio così.
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O meglio, caro, dobbiamo imparare che la poesia è un qualcosa di più ampio e non univoco…. Non c’è UNA poesia… ma diversi modi di fare poesia… come esistono diverse persone
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Erich Fried è lì sul mio comodino, ogni tanto si assapora per sogni belli
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I comodini servono appunto a questo… a tenere le cose preziose…
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Conoscevo “E’ assurdo” ma è vero, le poesie di Fried nel loro dire le cose lo fanno in modo semplice come se l’amore fosse il pane con cui si cibino tutte le persone ma forse è proprio così.. Grazie, Alessandro. Un sorriso per te. Lila
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Pane a volte dolce, a volte amaro
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Eh, già!
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Appropriarmi di alcuni attimi mentre il mio Cuore legge le immagini e vive le emozioni dalle strofe che mi penetrano… è come meditare nel trovare il “qui e ora”…
Sono molto mie e nostre le poesie … perché concepiscono e generano gravidanze di Amore e di Vita.
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