Un bellissimo inno all’amore tratto da Salmi graduali (Scheiwiller 1961, versioni dal greco e dall’ebraico della Sacre Scritture di Saverio Corradino). Un vecchissimo libro di un grandissimo Editore che ha fatto la storia dell’editoria italiana.
Un inno all’amore che chiude un volume sul quale vorrò ritornare, perchè vivo e vero, eccezionale.
Un inno all’amore che argomenta un amore pieno, una carità (in alcune traduzioni cattoliche), ma nel quale si può benissimo riconoscere la dinamica tenera di un amore sentimentale, quello stesso amore cantato nel Cantico dei cantici dove la pienezza dei due anche nella loro fisicità poetica diventava enormità dell’amore di Dio.
In questo passo di San Paolo, tradotto e reso poeticamente dalla Prima Lettera ai Corinzi, si riconosce uno stato di grazia che è consapevole della colpa umana intesa come errore, come male fatto anche a chi si ama, ma che trova nell’amore il suo perdono, la sua redenzione.
Un inno che riconosce all’amore la sua posizione centrale e prevalente rispetto a tutto il resto. E senza il quale tutto il resto diventa nulla, vanità delle vanità (Qoelet).
In copertina a questo post Il silenzio è un abbraccio di Giò Batta (http://www.fotocommunity.it/pc/pc/display/32146063).
Un inno all’amore che dedico.
Inno all’amore
e una
ancora sopra eccellente
via
vi propongo
se con le lingue degli uomini
parlo
e degli angeli, ma
amore non ho
son bronzo fragoroso
o cembalo che fa strepito
e se ho il dono di profezia
e conosco
i misteri tutti e tutta la sapienza
se pure ho tutta la fede
da spostare montagne, ma
amore non ho
nulla sono
e se in bocconi io per i poveri
spendo tutti i miei beni
e se offro il mio corpo
a lasciarmi bruciare, ma
amore non ho
niente mi giova
l’amore è longanime
è generoso l’amore
non ha invidia
non si mette in mostra
l’amore
non diviene insolente
non si comporta male
non cerca il suo interesse
non va in collera
del male avuto
non tiene computo
nella cattiva azione non ha gioia
ma trova gioia nella verità
tutto scusa
in tutto fa credito
spera tutto
tutto sopporta
l’amore non decadrà mai
se sian doni profetici
svaniranno
sian lingue
cesseranno
sia pazienza
s’esaurirà
poi che incompiutamente sappiamo
e incompiutamente profetiamo
ma quando giunga il perfetto
quel che è incompiuto sarà annientato
quand’ero fanciullo
parlavo come fanciullo
avevo sentimenti di fanciullo
pensieri di fanciullo
ma quando divenni uomo
gettai quello che era del fanciullo
poi che adesso vediamo
per allusione
mediante immagine
ma allora
viso a viso
adesso
incompiutamente conosco
ma a quel tempo potrò guardare
a quel modo che fui guardato
finora poi rimangono
fede speranza amore
queste tre cose
ma di queste
la più eccellente
è l’amore
I Corinti 12,31 b – 13,13
L’inno è meraviglioso. La traduzione però non mi entusiasma: non ho modo di confrontarla con l’originale, quindi parlo a vanvera, ma mi sembra che cerchi di essere poetica a tutti i costi. Certi passaggi ricordano una versione interlineare. In altri il lessico è troppo aulico. Personalmente, e ingenuamente, preferisco la traduzione interconfessionale in lingua corrente.
"Mi piace""Mi piace"
Si Guido vero che la traduzione è un pò troppo poetizzata, ma direi che non è così male – innanzitutto un certo tono aulico secondo me ci sta – inoltre tieni conto che il libro è del 1961, un altro tempo, altri canoni alla fin fine, per cui la lettura deve tenere conto del periodo – il brano originale è stupendo, ma ancor più stupendo il concetto che esprime – un amore che è tale perchè perdona, nasconde la colpa non in senso di complicità ma di pietà amorosa verso il colpevole – pietà quasi materna, avvolgente – un amore che si nutre paradossalmente della colpa perchè muove l’occasione del perdono, della redenzione – dell’unione piena – non so quanto utopico sia tutto ciò – la realtà è fatta spesso di colpe, di menzogne, senza possibilità di appello – un pò come afferma Cucchi (nell’altro post) sopratutto nel libro Il male è nelle cose. Un male che è insito nella natura, ma che incontra la bontà. Nell’Inno un amore che tutto abbraccia e tutto assolve.
Per completezza comunque metto l’originale in una delle varie traduzioni cattoliche, per confronto: Aspirate ai carismi più grandi! E io vi mostrerò una via migliore di tutte. Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi l’amore, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi l’amore, niente mi giova. L’amore è paziente, è benigno l’amore; non è invidioso l’amore, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto. Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e l’amore; ma di tutte più grande è l’amore!
"Mi piace""Mi piace"